psicologa psicoterapeuta

Oltre la crisi...

il cambiamento

" Forse nella vita c'è più comprensione e più bellezza quando la luce accecante del sole viene smorzata da qualche ombra. In un rapporto umano che ha superato qualche burrasca, c'è forse più profondità. Un'esperienza che non ti dà delusioni, non ti rattrista, né suscita sentimenti di alcun genere, è un'esperienza piatta, senza emozioni, senza colore. Forse quando constatiamo che la fiducia e la speranza si materializzano davanti ai nostri occhi in qualcosa di concreto, sentiamo crescere dentro di noi un senso di forza interiore, di coraggio e di sicurezza".

Virginia M. Axline

La crisi

Crisi economica, crisi dei valori, momento di crisi, coppia in crisi, crisi esistenziale, crisi di coscienza, crisi evolutiva, crisi acuta, crisi religiosa, crisi adolescenziale, crisi della terza età, crisi sociale, crisi interiore, crisi generazionale, crisi d'amore…
Ciò che accomuna tutte le crisi è che esprimono l'interruzione di un equilibrio, l'incrinatura di un rapporto, un mutamento più o meno improvviso di una situazione non ricercato intenzionalmente, accompagnati da un sentimento di smarrimento, inquietudine, insicurezza…sofferenza.
In tutti i casi s'impone un cambiamento!

L'esito di una crisi è fortemente determinato da come affrontiamo il cambiamento.
Possiamo vivere il cambiamento come una minaccia o come una nuova opportunità.
E se consideriamo che la nostra vita, per sua natura, è un susseguirsi di cambiamenti, a partire dalla nascita, imparare a viverli come un'opportunità porta grandi vantaggi.
Mentre rimanere intrappolati nella resistenza al cambiamento ci procura sofferenza.
Nella crisi di coppia se la paura della separazione (la minaccia) è più forte dell'opportunità di cambiare il modo di stare insieme, di scoprire un diverso modo di comunicare, si resta paralizzati nelle recriminazioni, nell'illusione che sia l'altro a dover cambiare o che magicamente la situazione ritornerà come prima.
La paura può farci rimanere in relazioni o situazioni nocive.
La paura dell'ignoto può intrappolarci nel conosciuto-familiare anche se ci sentiamo infelici e insoddisfatti.
La maggior parte del dolore deriva dalla resistenza al cambiamento piuttosto che dal cambiamento. La resistenza, inoltre, prosciuga le nostre energie vitali, quelle stesse energie di cui avremmo bisogno per fronteggiare una nuova situazione.
Quando ci troviamo in questi momenti ci sentiamo senza forza, svuotati, avviliti, senza via di uscita. Non accettiamo che qualcosa deve essere abbandonato per far nascere il "nuovo".
La resistenza al cambiamento si può manifestare in vari modi, alcuni di questi sono:
- la negazione dei problemi
- arroccarsi sulle proprie posizioni
- crogiolarsi nella rassegnazione
- chiudersi nella rabbia e nel risentimento
- autocommiserazione-vittimismo
- congelamento emotivo.
Questo non vuol dire che il cambiamento sia indolore. Cambiare significa lasciare lo spazio della sicurezza ed entrare nello spazio dell'incertezza, del non conosciuto. Significa anche entrare in contatto con ciò che non accettiamo di noi stessi, il nostro lato oscuro (l'Ombra descritta da Jung), che abbiamo esiliato dalla nostra personalità per la paura di perdere l'amore dei nostri genitori, rinunciando al nostro potere personale.
Attraversare "il buio" della crisi ci permette di far luce sul nostro percorso di conoscenza. Come il bruco deve passare un tempo nel buio del bozzolo per trasformarsi in farfalla e diventare ciò che è.


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